13 giugno Sant’Antonio di Padova
Come ogni anno, il 13 giugno, giorno della festa del “Santo” dalla Basilica si avvia una imponente processione, dove partecipano e sfilano centinaia di persone insieme a tutte le varie associazioni e confraternite antoniane.
Molto sentita è stata la partecipazione alla processione dell’Associazione Padovana Amici dell’Ospedale.
Un po’ di storia
Antonio nacque a Lisbona il 15 agosto 1195 con il nome di Fernando Martins de Bulhões da una famiglia benestante ed aristocratica. Fu da principio monaco agostiniano a Coimbra dal 1210 e poi frate francescano dal 1220 e nel corso della sua opera viaggio molto dal Portogallo, all’Italia, alla Francia. Conobbe San Francesco che lo mandò in Francia a contrastare con le sue prediche l’eresia catara. Era dotato di grande umiltà ed allo stesso tempo era molto acculturato e le sue prediche dimostravano la sua sapienza. Prima di diventare famoso come “Sant’Antonio da Padova” ed in Portogallo Antonio da Lisbona, è stato per diversi anni noto come Antonio da Forlì proprio perché qui iniziò a dimostrare le sue doti oratorie. La sua più famosa reliquia, la lingua del Santo è rimasta miracolosamente incorrotta.
Quando Antonio arrivò a Padova aveva 32 anni e qui visse gli ultimi 4 anni della sua vita quando non era in giro per il nord Italia in quanto ministro dell’ordine francescano. A Padova cercò di portare a termine la sua opera teologica “I sermoni” senza riuscirvi per l’impegno delle prediche, seguite sempre da grandi folle di fedeli, opera che comunque gli valse il riconoscimento di “Dottore della Chiesa”. Accompagnato dal suo fedele discepolo Luca Belludi a cui è stata intitolata la via di accesso alla Basilica dal Prato della Valle e la Cappella omonima all’interno della stessa basilica viaggiò fino a Trieste e poi Istria e Dalmazia, e dove passava lui sorgevano nuovi conventi.
I lunghi viaggi, la quaresima e la stanchezza per le predicazioni ne fiaccarono il fisico, una salute non proprio ferrea, adropisia ed asma forse sintomi di cardiopatia gli rendevano difficile anche solo camminare. Poco prima della morte, nel giugno 1231 soggiornò a Camposampiero, comune a circa 25 km a nord di Padova nella dimora dell’amico il conte Tiso per riposarsi e rimettersi in forze. Qui avvenne la famosa predica del Noce e la visione di Antonio con in braccio il bambin Gesù nella celletta dove si ritirava a pregare. In questi due luoghi esistono oggi gli altrettanti santuari antoniani di Camposampiero, Il Santuario del Noce ed il Santuario della visione.
Il 13 giugno 1231 si senti male e compreso che non gli restava molto da vivere chiese di essere riportato a Padova dove desiderava morire e fu trasportato su un carro agricolo trainato da buoi lungo quella che oggi è via del Santo. Giunto in zona Arcella, al convento dell’Arcella (pare fondato dallo stesso San Francesco nel 1220) dove c’è il Santuario di Sant’Antonino, il corteo che lo accompagnava si fermò pensando fosse meglio evitare i tumulti della città e Antonio all’età di 36 anni morì. L’ultimo viaggio di Antonio viene rievocato ogni anno dai pellegrini che partecipano al Cammino di Sant’Antonio e dalla rievocazione storica del Transito con la partecipazione di oltre 150 figuranti in costume che rappresentano il corteo di Antonio morente sul carro trainato dai buoi.
Antonio da Padova fu canonizzato da Papa Gregorio IX in tempi molto rapidi, l’anno successivo alla sua morte a furor di popolo. (Fonte: http://www.blogdipadova.it/santantonio-da-padova/)